martedì 2 febbraio 2010

Grammatica 1.2: Vocali lunghe e brevi

Con questa lezione affrontiamo le caratteristiche di come si scrive una parola in hiragana e katakana. Come da titolo del post, vedremo come si indica il prolungamento di una vocale (nella prossima lezione affronteremo le consonanti doppie).
Come dice la parola, quando incontriamo una vocale lunga, il suono della vocale dura qualche istante di più, come se la vocale si ripetesse subito dopo. È importante fare questa distinzione perché ad esempio la parola くぅそ kuuso (vuoto) se non facciamo sentire il prolungamento della u, la parola diventa くそ kuso (merda, maledizione). È sempre importante quindi ricordarsi la pronuncia corretta, per evitare imbarazzanti equivoci. Nel caso visto prima comunque se rileggiamo la lezione sulla pronuncia delle parole giapponesi, la u non si sente; quindi in questo caso invece di prolungare la vocale la si fa solo sentire normalmente. Infatti la lettura di くそ(maledizione) è kso, mentre quella di くぅそ è kuso.
Dopo questa parentesi iniziale passiamo alla regola vera e propria. Se la vocale da prolungare è la a o la u si aggiunge il carattere ぅ dopo il segno hiragana con la vocale da prolungare. Mentre se dobbiamo prolungare la vocale i o e bisogna aggiungere l'hiragana ぃ.
Es: gakko (scuola) si scrive gakkou, せんせぃ sensee(maestro) si scrive sensei.
Questo vale solo per la scrittura hiragana, perché in katakana il prolungamento si fa aggiungendo il carattere ー qualsiasi sia la vocale (questo carattere si scrive premendo il tasto ' apice in modalità ime per la scrittura in giapponese).
Es: ローマ Rooma.
Ps: se avete fatto attenzione i caratteri ぅ e ぃ usati per prolungare le vocali sono più piccole rispetto a quelle usate normalmente. Infatti confrontandoli si vede la differenza: う ぅ い ぃ. Ovviamente questa differenza per scrivere in modo veloce si può tranquillamente lasciar perdere, però se si vuole fare i precisi si dovrebbe scrivere così.
La lezione è finita anche se mi rendo conto che potrebbe non essere molto chiara soprattutto se non si è mai sentito parlare in giapponese, comunque per qualsiasi chiarimento potete scrivere le vostre domande sui commenti. Per migliorare la pronuncia e capire esattamente come è il prolungamento delle vocali e quanto si devono prolungare consiglio di vedere un anime in giapponese sottotitolato in italiano.
Ciao da jack49.

domenica 31 gennaio 2010

Lezione 1.6: Caratteri hiragana 26-30

Per alcuni problemi, è da un po' che non scrivo più post, quindi rieccomi qui. Come al solito di fianco c'è l'immagine di come si scrivono altri 5 caratteri hiragana, che finalmente sono quasi finiti (ne rimangono 16), tutti gli altri derivano da questi caratteri base.
Visto che cercherò di creare una sezione con tutti i vocaboli imparati e che  si dovranno imparare, oggi vi mostrerò soltanto altre due parole,
はい: si - ほし: stella.
Anche questa lezione è finita ciao da jack49.

martedì 6 ottobre 2009

Lezione 1.5: Caratteri hiragana 20-25


Ecco altri caratteri hiragana, visto che ormai è da qualche lezione che vi presento questi caratteri 5 alla volta, salterò direttamente l’introduzione e scriverò solamente il dizionario.
なおす: Guarire きつね: Volpe ねこ: Gatto いぬ: Cane あなた: Tu なつ: Estate なく: Piangere
Quando finirò queste lezioni dei caratteri base, parleremo delle differenze dei vari caratteri e come ricavare altri caratteri con suoni diversi.

domenica 4 ottobre 2009

Caratteri giapponesi su Linux/Ubuntu

Con queste le istruzioni puoi avere, sia su Ubuntu sia su Kubuntu in italiano, l'equivalente dell'"IME" di Microsoft, ossia la possibilità di scrivere in giapponese, cinese, coreano. Con vari metodi, a scelta.

Digitare questo codice per installare i pacchetti:

Codice:

sudo apt-get install uim anthy scim-gtk2-immodule scim-uim scim-bridge scim-bridge-agent scim-bridge-client-gtk scim-bridge-client-qt scim-chinese scim-hangul scim-tables-zh scim-tables-ja scim-tables-ko scim-tables-additional scim-thai scim-skk scim-m17n scim-canna

Creare un nuovo file:
Codice:
sudo nano /etc/X11/Xsession.d/74custom-scim_startup
Dentro, metterci queste righe:
Codice:
XMODIFIERS="@im=SCIM" GTK_IM_MODULE="scim" QT_IM_MODULE="scim"

Salvare con CTRL+O e invio, poi uscire con CTRL+X.
Adesso però bisogna farlo funzionare per Open Office e Skype.
Aprite la configurazione globale di scim:

Codice:
sudo nano /etc/scim/global

Aggiungete alla prima riga anche l'italiano, in modo che diventi:

Codice:
/SupportedUnicodeLocales = en_US.UTF-8,it_IT.UTF-8

Premete CTRL+O e quindi invio per salvare, poi CTRL+X per uscire.

Riavviare la grafica premendo CTRL+ALT+BACKSPACE o riavviare il computer, quindi aprire un qualsiasi programma in cui vi serve scrivere in caratteri asiatici, e premere CTRL+SPACE.
Apparirà una finestrella sopra l'orologio di sistema, con tutti i metodi di immissione.
Un accorgimento: è fastidiosissimo il fatto che la finestrella si attivi anche con SHIFT+SPACE, perché è facile premere questa combinazione per caso. Per lasciare solo CTRL+SPACE e togliere le altre combinazioni, cliccate sulla finestrella e scegliete "SCIM Setup", andate su Frontend -> Global Setup, e sotto "Trigger" premete i tre puntini. Cliccate su tutte le combinazioni a parte quella che vi serve (CTRL+SPACE) e premete "Delete". Scegliete OK per tutto.
Da lì potete anche scegliere quali metodi usare e quali no. All'inizio sono tantissimi... Una volta che li avete provati e che avete capito quai vi servono, deselezionate gli altri e riavviate la grafica.
I più usati sono "Anthy" per il giapponese, "Ziranma" (che poi è il pinyin) per il cinese semplificato (Cina) e "Quick" per il cinese tradizionale (Hong Kong, Taiwan, ecc.). Quest'ultimo è perfetto per chi ne sa parecchio, visto che scrive gli ideogrammi non foneticamente ma con il metodo classico di costruzione di un ideogramma (una combinazione di tasti forma un radicale, un numero identifica la quantità di segni aggiuntivi, appare una tabella con le possibili scelte e pian piano il sistema impara a fornire prima i più usati).
Ciao da jack49

mercoledì 16 settembre 2009

Lezione 1.4: Caratteri hiragana 15-20

In questa lezione vedremo le sillabe dalla 15 alla 20. Queste sono: Ta た, chi ち, tsu つ, te て, to と.

Nell’immagine qui a fianco vediamo l’ordine di scrittura dei tratti, che vi invito sempre a rispettarli per scrivere con una calligrafia migliore.
Ora passiamo al dizionario: て=mano, questa parola è molto facile da ricordare perché se guardiamo la mano destra le linee che sono sul palmo della mano (quella ricurva davanti al pollice e quella dritta sotto le quattro dita) formano proprio la sillaba て; 男(おとこ)=Uomo; 田(た)=Campo.
La lezione è finita, ciao da jack49.

lunedì 7 settembre 2009

Suffissi per nomi di persona

Vi siete mai chiesti perché molte volte nei cartoni animati giapponesi dopo il nome c’è un’altra parola che in genere è kun, chan, san, sama? Ad esempio nell’anime di Naruto questo lo vediamo quando Sakura chiama Sasuke, diventando Sasuke-kun (Lettura: Saske-kun, per il riferimento a come si pronunciano le sillabe vi rimando alla lezione dedicata regola numero 10). In Giappone quando due persone parlano fra loro molto spesso non usano del tu, ma si chiamano per nome aggiungendo questi suffissi a seconda del grado di conoscenza delle due persone. I suffissi più usati sono:

  1. -さん -san: è il suffisso più utilizzato per parlare con persone che non conosciamo molto bene o con cui non abbiamo molte confidenze.
  2. -君 -くん -kun: questo suffisso viene utilizzato quando un “superiore” parla con un “inferiore”, per riferirsi a quest’ultimo; kun equivale a un lei, ma è meno formale di san. Normalmente si usa con nomi maschili e se chi parla è una donna indica un certo affetto per l’uomo.
  3. -ちゃん -chan: Suffisso affettuoso utilizzato dopo nomi di bambini o bambine. Può essere usato anche tra ragazze quando c’è molta confidenza.
  4. -様 -さま -sama: suffisso molto formale utilizzato nei documenti scritti per riferirsi a persone, ad esempio se indirizziamo una lettera a Tanaka, utilizzeremo sama e non san. Sama viene utilizzato anche quando un suddito parla a un sovrano.
  5. -氏 -shi: versione intermedia fra il -san e il -sama, utilizzata prevalentemente verso ristretti ambiti professionali come fra ingegneri o avvocati.
  6. -殿 -どお –domo: Questo suffisso è molto formale e arcaico, oggi viene usato solo nei film di samurai.
  7. -先輩 -sempai: indica un compagno o collega più anziano o superiore di grado che merita considerazione e rispetto, e non ha corrispettivi nella lingua italiana risultando intraducibile direttamente. Anche in questo caso non si tratta propriamente di un suffisso e spesso è utilizzato da solo, ma il suo utilizzo accostato ad un nome è simile (es. Izumi-senpai, il senpai Izumi). Inversamente al senpai vi è il kōhai (後輩), cioè un compagno o collega più giovane ed inesperto, ma questo termine raramente viene utilizzato accanto ad un nome.
  8. Nessun Suffisso: viene utilizzato tra amici molto intimi, o di vecchia conoscenza.

Quando ci si rivolge a una persona che non si conosce bene è sempre meglio utilizzare i suffissi, perché omettendolo potreste passare per maleducati, o peggio offendere l’interlocutore. Questo speciale è finito, ciao da jack49.

domenica 6 settembre 2009

Grammatica 1.0: Il verbo essere

In questa lezione vi presenterò il verbo essere. Innanzitutto si deve sapere che qualsiasi verbo (come anche i nomi) non ha ne genere ne persona (i nomi non hanno ne genere ne numero). Quindi basta sapere la forma presente (ricordarsi una parola) per tradurre qualsiasi frase. Vi chiederete, come si fa a capire se uno è maschio o femmina o se si parla di una cosa o di più cose? La risposta è semplice, dal contesto. Comunque la maggior parte delle volte non c'è bisogno di specificare il genere, ad esempio: il gatto ha il pelo morbido; in questo caso se è un gatto o una gatta non ha alcuna importanza. Invece se dobbiamo specificare il genere, perché ad esempio abbiamo perso la gatta e dobbiamo inserire una inserzione su un giornale dovremmo scrivere così: il gatto femmina ha il pelo morbido. Cosa invece che noi non abbiamo è il cambiare del verbo essere a seconda della persona che abbiamo davanti, cioè ad esempio se stiamo parlando con un amico useremo sempre la forma informale, se parliamo con un collega di lavoro che è allo stesso nostro livello (ad esempio siamo tutti e due operai) useremo la forma informale, mentre se parliamo ad un nostro superiore doveremmo utilizzare la forma formale.
Nella tabella qui sotto descriverò tutte le forme del verbo essere presente, passato e la forma negative di tutte e due (quello che per noi è il presente e imperfetto indicativo, cliccare sopra la tabella per ingrandirla):
Come si può vedere dalla tabella per formare il passato negativo basta unire il verbo essere negativo presente, con il passato positivo; l'unica cosa che cambia è nella forma informale che il datta diventa katta. Inoltre la forma negativa e passata negativa hanno due forme, le quali sono valide tutte e due, ma jaarimasen e jaarimasedeshita sono meno formali di dewaarimasen e dewaarimasendeshita. Lo stesso vale per la colonna del verbo essere informale.
Questa lezione è finita, per ora nelle lezioni di grammatica userò accanto alla scrittura hiragana quella in romaji, ma appena finite le lezioni riguardanti i caratteri hiragana, non avrete più l'aiuto di come si legge la parola in caratteri occidentali. Ciao da jack49